SPILIMBERGO. IL TESORO DEL DUOMO – I CODICI MINIATI: UNA LUNGA STORIA

SPILIMBERGO. IL TESORO DEL DUOMO – I CODICI MINIATI: UNA LUNGA STORIA

Correva l’anno 1976. L’evento sismico che aveva stravolto il Friuli si era appena placato: era necessario mettere rapidamente al riparo gli oggetti più preziosi delle comunità. Spilimbergo non era uscita indenne dal tremendo terremoto ed erano in pericolo anche gli antichi codici, miniati da Giovanni de Cramariis da Udine tra il 1494 e il 1507.

Monsignor Lorenzo Tesolin, in tuta blu da operaio, iniziò il loro trasloco presso la Casa della Gioventù, con l’aiuto di alcuni giovani. In un secondo momento, stando al parere di alcuni, teneva i codici al sicuro nella propria camera da letto.

Nei secoli, gli antifonari di Spilimbergo sono stati involontari protagonisti di varie e calamitose vicende (guerre, incendi e terremoti), ma anche di ordinaria quotidianità. Per fare solo un esempio, quando tra il 1958 e il 1961 furono depositati e accatastati alla buona in uno stanzone incustodito al terzo piano della Casa della Gioventù, per i ragazzini dell’epoca diventarono un’attrazione fatale. Messi a coppo servivano egregiamente da scudi e barricate, e soprattutto da spalti per un improbabile Fort Apache, dietro i quali trincerarsi contro gli assalti di Toro Seduto.

Fortunatamente, grazie a monsignor Tesolin, i codici miniati sono giunti a noi indenni e nel 1984 sono stati esposti nel Palazzetto del Daziario, in occasione dei settecento anni dalla fondazione del duomo.

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