Il Mosaico

Mosaico a Spilimbergo

Prima del mosaico, sono le pietre frantumate dei greti
che le vene d’acqua compongono in disegni e irrigano di luce.

Così si esprime Novella Cantarutti. Così potrebbe cominciare il racconto della meravigliosa avventura della Scuola di Mosaico di Spilimbergo. Luogo privilegiato d’azione: Venezia. Con la rinascita artistica del XVI secolo, si può ragionevolmente dire che cominci anche la moderna storia dei terrazzieri (dal fr. terrassier sono gli operai specializzati nella pavimentazione a terrazzo) e dei mosaicisti friulani, soprattutto provenienti dallo spilimberghese, in particolar modo da Sequals e Solimbergo, paesi attorniati dai vasti ghiaieti del Meduna e del Cellina, del Cosa e del Tagliamento, provvisti di quantità illimitate (e perciò gratuite) di materiale lapideo.
Nessuna storia dei nostri terrazzieri e mosaicisti potrebbe essere narrata senza tenere conto di questi torrenti sassosi e del mondo veneziano. Una storia forse umile, ma che comunque si integra e si fonde con quella ben più avvincente e fascinosa della stessa Venezia…

Terrazzieri a Venezia

Si sa che la costituzione della Confraternita de’ Terrazzieri venne ufficializzata il 9 febbraio 1582 dal Consiglio dei Dieci, uno dei massimi organi di governo della Repubblica di Venezia. Che vi facessero parte friulani nostrani non c’è dubbio. Infatti la descrizione del “terrazzaro” in un documento veneziano che analizza varie figure di mestieranti ricorda che gli maestri propri e particolari dell’arte de’ terrazzari sono per ordinario Forlani, e lo attestano cognomi tipici del territorio di Sequals: Crovato, Mander Cristofoli, Avon, Pellarin, Mora, Pasquali, etc.
La descrizione ricorda altresì che questi singolari artefici hanno la loro scuola a S. Paterniano sotto il titolo di San Floriano Martire. Floriano, come si sa, è un santo particolarmente venerato in Friuli e, in quanto protettore contro gli incendi, è rappresentato nell’atto di versare acqua da un secchiello. Ciò, agli occhi dei terrazzieri, aveva di certo una sua importanza. Infatti venne scelto come patrono dell’arte perché l’acqua è un elemento importantissimo e presente in tutte le fasi della lavorazione del terrazzo. Da qui il detto “Aga al téras e vin ai terassêrs”.

Il mosaico conquista il mondo

Tra la metà dell’800 e gli inizi del ‘900, i mosaicisti cominciarono un po’ alla volta a gravitare sull’Europa centrale e sulle Americhe. Nelle vie di Sequals e sotto i portici di Spilimbergo si iniziò così a parlare di Parigi, Vienna, Praga, Pietroburgo, Detroit, come di mete vicine. Tra i protagonisti di quegli anni, spiccano grandi figure di artisti e di imprenditori, che seppero coniugare magistralmente arte e profitto. Ricordiamo tra gli altri, e sono migliaia, Pietro Pellarin negli Stati Uniti, gli Odorico in Francia, i Mazziol nel Regno Unito, i Carnera in Danimarca, Ermenegildo Cristofoli a Pietroburgo, Andrea Avon a Mosca, Francesco Mora a Nîmes e Gian Domenico Facchina a Parigi. Quest’ultimo è anche famoso per l’invenzione e il perfezionamento della rivoluzionaria tecnica di fare mosaico “a rovescio”, che brevettò il 23 marzo 1858 con il numero 36416 presso l’Istituto Nazionale della Proprietà Industriale di Parigi. Dal suo laboratorio della Ville Lumière partirono le opere straordinarie che oggi decorano la cattedrale di Lourdes, il municipio di Rio de Janeiro, il parlamento di Bucarest, i palazzi dell’imperatore del Giappone e altre sedi prestigiose.

La scuola

Subito dopo la Grande Guerra, in considerazione di una tanto diffusa e accreditata tradizione musiva, si sentì l’esigenza di istituire a Sequals una scuola che raccogliesse e tramandasse metodi ed esperienze acquisite in tanti secoli di diaspora.
Il 18 settembre 1920, presso il notaio Daniele Fabrici, da avveduti uomini d’ingegno venne costituita la Società Anonima Cooperativa Mosaicisti del Friuli, che poco dopo diede vita alla Cooperativa Anonima Laboratorio e Scuola Mosaicisti del Friuli.
La scuola annessa, aperta in uno stanzone al primo piano della casa detta “di Gheta”, nonostante l’entusiasmo dei promotori e il promettente avvio, entrò subito in difficoltà economiche.
Fu a questo punto che si inserì prepotentemente la volontà della Società Umanitaria di Milano, sorta nel 1892 per disposizione testamentaria del facoltoso filantropo israelita Prospero Moisè Loria, che premeva per creare una attiva ed efficiente scuola d’arte musiva al fine di offrire ai tanti e volenterosi giovani una qualificata preparazione.
L’Amministrazione comunale di Spilimbergo non perse l’occasione. Il sindaco Ezio Cantaruzzi si impegnò con 10.000 lire a rendere operativa la scuola, fornendo il locale e i primi supporti, ma soprattutto l’entusiasmo che sempre ci vuole quando deve decollare una nuova istituzione. Il 3 gennaio 1922 fu firmata la convenzione con l’Umanitaria e il 22 dello stesso mese il primo direttore, Antonio Sussi, veneziano, tenne presso l’ala est dell’ex caserma Bevilacqua, in viale Barbacane, la lezione inaugurale ai primi 38 allievi della Scuola Mosaicisti del Friuli.
Gli studenti provenivano da tutta l’area pedemontana, specialmente dalle località in cui per secoli si era praticato il terrazzo e il mosaico. L’istituto venne intitolato a Irene di Spilimbergo, la contessina-pittrice allieva del Tiziano.
Nel 1932 la Scuola si spostò nel nuovo edificio, appositamente costruito in via Corridoni, dove tuttora ha sede.

La fama e il successo

Grazie ai grandi lavori commissionati dal Governo per il Foro Mussolini a Roma (oltre 6000 mq di mosaico pavimentale e parietale), la Scuola di Spilimbergo acquistò meritata e chiara fama. L’istituzione conobbe il suo maggior successo negli anni ’50, a causa delle carenza e precarietà dei mezzi di trasporto e soprattutto delle difficoltà legate alla lenta ripresa del dopoguerra. In quel periodo, centinaia di giovani arrivavano a Spilimbergo in bicicletta, a frotte liete e pensose, con la martellina spavaldamente infilata dietro la schiena tra la cintura e i pantaloni.
Con lo scorrere degli anni l’istituto mantenne e accrebbe il suo prestigio con straordinarie realizzazioni, opera delle espertissime maestranze, degli allievi e dei numerosi e attivi laboratori della zona, ad esso tradizionalmente collegati. Importanti opere uscite dalla Scuola si trovano collocate in edifici pubblici e privati di tutti e 5 i continenti. Sono realizzazioni splendide per cromatismo e finezza interpretativa.

Attualmente la Scuola dipende dalla Direzione dell’Istruzione e Formazione Professionale della Regione Friuli Venezia Giulia ed è retta da un consorzio sorto nel 1954. Gli allievi però non vengono solo dai territori limitrofi: un gran numero di studenti arriva dall’estero per imparare qui l’arte musiva.

Testo tratto da Spilimbergo. La guida della città e dei suoi dintorni di Pietro De Rosa

Vuoi saperne di più? Leggere altre informazioni o vedere le foto di alcune opere? O vuoi provare anche tu a partecipare a qualche corso di mosaico? Visita il sito della Scuola Mosaicisti del Friuli.

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