L’edificazione di questo luogo di culto iniziò nel 1326, in seguito alla donazione che i Signori di Spilimbergo fecero al Vescovo di Concordia. Gli regalarono la casa dell’ospedale (allora gestita dalla Confraternita dei Battuti) e il terreno circostante, dove fu appunto costruita la chiesa.
Nel 1327 venne consacrata e intitolata a San Pantaleone martire e, sebbene non ancora terminata, fu affidata alla Confraternita dei Battuti.
Pochi anni dopo, nel 1342, la chiesa passò in mano prima ai frati Agostiniani e poi alle suore dello stesso ordine.
Da allora, popolarmente è chiamata la chiesa dei Frati.
Venne più volte restaurata e trasformata, soprattutto nel XVIII secolo, quando fu ampliata l’abside e costruita la cappella Marsoni (magnifico l’altare con la statua della Madonna della Cintura). Di recente sono state realizzate dalla Scuola di Mosaico le stazioni della Via Crucis.
L’edificio si presenta molto sobrio nel contesto: la pianta è rettangolare e la facciata è a capanna; una statua di Sant’Agostino, datata 1730, è posta sopra al portale, realizzato nel 1523.
Anche l’interno mantiene una certa semplicità: a navata unica (originariamente era a tre), con soffitto realizzato a capriate e tre absidi gotiche che presentano sul fronte quattro occhi, decorati in mosaico da Rino Pastorutti (1998).
Ciò che di gran lunga arricchisce l’edificio sacro è la presenza dei Coro Ligneo, considerato uno dei capolavori della scultura in legno dell’epoca rinascimentale. Realizzato tra il 1475 e il 1477 dal maestro vicentino Marco Cozzi, era originariamente posizionato all’interno dei Duomo, ma dal 1959, trova sede nella chiesa dei Frati.
A completare il patrimonio della chiesa è il monumentale organo meccanico a tre manuali, opera realizzata da Gustavo e Francesco Zanin di Codroipo e qui collocato nel 1981.
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